The DANCING BOY OF AFGHANISTAN

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Se nel nostro paese il presidente preso da un delirio di potenza regalatogli da un popolo per la maggiore rincoglionito si diverte tra le altre cose a fare festini con minorenni ben pagate, in Afghanistan con alcune differenze l’abuso e’ lo stesso. I festini serali avvengono pubblicamente a ballare sono dei ragazzini al massimo di 16 anni (ma cominciano anche a 8 ) in abiti femminili, perche’ per le donne e’ vietato ballare in pubblico e gli uomini pagano non certo come silvio e diventano proprietari dei ragazzini, sui quali commettono violenze sessuali. Il tutto alla luce del sole: e’ illegale ma lo dichiarano loro (ridono quando lo negano), lo dichiarano i ragazzini e lo sa pure la polizia che tiene piu’ alla propria vita piuttosto che intervenire. Per questi ragazzi si tratta di una vera e propria schiavitu’ sessuale: una volta dentro volersi sottrarre e tornare alla liberta’ per alcuni’ e’ significato la morte. Ovviamente la denuncia del documentario ha mosso le cose. Lentamente la situazione, poi in Afghanistan…
piano piano…. come in Italia….

BUDRUS (2010)


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Julia Bacha in questo documentario segue principalmente attraverso la figura di Ayed Morrar la comunita’ palestinese di Budrus coinvolta in una lotta non violenta contro l’esercito israeliano per difendere i propri territori dalla distruzione, soprattutto di 3000 ulivi fondamentali per la sopravvivenza economica. La lotta coinvolge i membri sia di Hamas che di Al Fatah ed in seguito ancheĀ  alcuni attivisti israeliani. La lotta non violenta si presenta con tutte le forme note: presidi nterminabili, prima le donne avanti che si dimostreranno tenaci e determinate, strategie di accerchiamento delle truppe dell’esercito… Il punto di rottura ad un certo punto arriva: ai soldati e’ stato infatti ordinato di portare a termine il loro compito, cosi’ quando non fanno piu’ passare una manifestazione la situazione degenera immediatamente e dopo una serie di violenze su persone, seguono alcuni lanci di pietre, i soldati sparano si portano via un abitante del villaggio e qualcosa bisogna fare per risollevare la situazione.
Alla fine il pragmatismo a Budrus guidera’ al successo questo movimento sociale.
E’ interessante sapere quanto possono avere influito la costante presenza delle telecamere difronte all’esercito israeliano dal momento che hanno sempre lasciato riprendere. Impressionante il razzismo di alcune scene in cui attivisti israeliani manifestano davanti ai palestinesi e i soldati cercano di colpire i palestinesi cercando di schivare i propri connazionali dichiarandolo: “levati, non posso colpirti, devo colpire lui (il palestinese uomo o donna che sia, agitando il manganello con una rabbia isterica nell’aria).
INTERVISTA